PASSIVI - I) Passivi Diretti

Esempio di Passivo Diretto:

Forma Attiva: dorōbo-ga e-o nusunda --> Passivo Diretto: e-ga dorōbo-ni nusumareta

Cambiamenti dalla forma attiva a quella passiva:

1) L’oggetto diretto è promosso a diventare soggetto. In tal caso, i SN sono seguiti dalla particella di caso Nominativo invece di .

2) Il soggetto originale della frase attiva si presenta con in quella passiva.

3) Il morfema passivi (R)ARE si aggiunge alla radice verbale.


Stato di :

E’ una Postposizione o una Particella di Caso Dativo?

Miyagawa esamina il comportamento dei Quantificatori nelle frasi Passive Dirette e sostiene che dovrebbe essere analizzato come POSTPOSIZIONE.

La Condizione di C-Comando Reciproco deve essere soddisfatta tra un quantificatore e il suo antecedente al fine di stabilire una corretta relazione di modificazione.

Consideriamo la seguente frase:

Es.

* kuruma-ga dorōbo-ni sannin nusumareta

Si hanno 2 possibilità:

1) = Particella di Caso Dativo.



Qui è soddisfatta la Condizione di C-Comando Reciproco tra il Quantificatore Q e il suo antecedente SN, dunque la frase dovrebbe essere corretta. Ma noi sappiamo che in realtà la frase non è grammaticale, dunque è sbagliato considerare ni come una Particella di Caso.

2) = Postposizione.



In questo caso, invece Q e relativo SN non sono in posizione di C-Comando Reciproco. La violazione di tale condizione rende la frase non grammaticale, come è in effetti. Ciò dimostra che è una Postposizione e non una Particella di Caso.


Miyagawa sostiene che le costruzioni passive in generale sono trattate come istanze di una regola di movimento che lascia una traccia. Infatti Miyagawa assume che la posizione del soggetto non è riempita da nessuna parola a livello di D-Structure e che l’oggetto diretto venga mosso in posizione di soggetto, lasciando una traccia dietro di sé.

Es.

Tarō-ga sensei ni shikarareta


L’oggetto diretto della D-Structure è mosso in posizione di soggetto, lasciando dietro di sé una traccia, come illustrato nel grafo della S-Structure.
Miyagawa sostiene che una prova di questa analisi del moviemnto si ha ancora una volta dai Quantificatori. Tenendo presente che la Condizione di C-Comando Raciproco deve essere soddisfatta tra il Quantificatore e il relativo SN, analizziamo la seguente frase:

e-ga [dorōbo-ni sanmai nusumareta]


Qui il soggetto è esterno al SV, mentre il Q è all'interno del SV, quindi la Condizione di C-Comando Reciproco non è soddisfatta. Allora ci si aspetta che questa frase non sia grammaticale, contrariamente alla realtà. Ma se assumiamo che l'analisi di movimento di Miyagawa sia corretta, la stessa frase diviene grammaticale, in quanto il grafo si presenta così:
In questo caso SN e Q si c-comandano a vicenda e perciò la Condizioone di Mutuo C-comando è soddisfatta. Dunque la frase, secondo questa analisi, è grammaticale.

(cfr. Tsujimura, capitolo sui Passivi)

1 commento:

Anonimo ha detto...

scusa ma ho un dubbio. Nella prima parte spieghi che ni non può essere usato considerato come particella dativa e nell'esempio dopo dici che non può nemmeno essere considerata come posposizione divisa dal sintagma nominale. Quale delle 2 devo considerare?